L’interesse scientifico sull’argomento “cellule staminali” cresce di giorno in giorno: la chiave della cura di determinate patologie – dalle malattie del metabolismo a quelle del sangue – potrebbe essere stata sempre dentro di noi.
Però, come per ogni genere di trapianto, anche per le cellule staminali può sorgere spontanea la domanda: come gestire l’eventuale possibilità di rigetto? Per escludere questa possibilità ed avere un rischio di rigetto nullo, la soluzione esiste e risiede nel trapianto autologo. Che cosa significa? Una volta prelevate le staminali – ad esempio, cellule staminali dal cordone ombelicale di un bambino – vengono poi ritrapiantate sulla stessa persona: trattandosi di cellule proprie e non di un corpo estraneo, il rigetto viene automaticamente escluso.
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Si è parlato tanto della conservazione del sangue ombelicale – in quanto fonte di cellule staminali di inestimabile valore – e del processo di crioconservazione, ma come avviene la sua raccolta? Ovviamente tramite prelievo, ma forse non tutti sanno che la biobanca fornisce ai futuri genitori un kit gratuito che servirà proprio a tale scopo nel grande giorno del parto.
Ma cosa contiene questo kit per la conservazione del cordone?
A norma con la legislazione in materia di trasporto di materiale biologico deperibile, il kit è provvisto di sacca sterile monouso per la raccolta del sangue da conservare, con involucro ermetico e due aghi da prelievo messi in totale sicurezza. Vengono fornite anche due provette per la raccolta del campione di sangue materno; a completare il kit c’é anche un anticoagulante ed ovviamente elementi refrigeranti per mantenere le temperature basse durante il trasporto.
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L’inverno e il freddo sono arrivati, e insieme è arrivata anche l’influenza di stagione. I malanni stagionali tendono a colpire per lo più i più piccoli e più anziani ecco perché a questi soggetti è assolutamente raccomandato il vaccino, che è il primo modo per evitare di prendere l’influenza. Ma sono anche altre le precauzioni che possono essere prese per scongiurare l’arrivo di febbre e tosse, a proposito vi segnaliamo il nostro articolo che suggerisce cosa fare quando un bambino ha la tosse. Innanzitutto è buona regola che un bambino piccolo non frequenti luoghi troppo affollati all’interno dei quali è più facile imbattersi in virus e batteri. Evitare, poi, sbalzi repentini di temperatura; prestare maggiore attenzione all’igiene personale del piccolo e evitare assolutamente che entri a contatto con oggetti di persone già malate. Ultimo consiglio, ma non per importanza. è quello di far seguire al piccolo un’alimentazione ricca di vitamine e sali minerali e assicurarsi che il bimbo dorma almeno otto ore a notte. i bimbi tendono ad ammalarsi con facilità e sono varie le malattie tipiche dei bambini che richiedono la vaccinazione ( guarda il calendario delle vaccinazioni obbligatorie per i neonati) per questo è consigliabile prendere gli accorgimenti suggeriti per prevenire l’influenza.
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Durante i nove mesi di attesa, il cordone ombelicale è fondamentale per la sopravvivenza del piccolo. Ma subito dopo la nascita questo viene reciso, lasciando spazio al moncone lungo generalmente fra i 4 e i 5 cm. Questo va medicato accuratamente per evitare una fastidiosa infezione del moncone ombelicale e lavato accuratamente perché il più delle volte il cordone ombelicale puzza.
Ma quando si stacca completamente il cordone ombelicale? Il moncone ombelicale cade in genere dopo 3- 5 giorni, è consigliabile non forzare la sua caduta e aspettare che cada da solo. Una volta che il cordone si è staccato è meglio continuare a medicare la zona ancora per qualche giorno, in modo che si formino delle piccole crosticine. In pochi giorni queste crosticine cadono e la ferita guarisce completamente.
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Abbiamo più volte parlato dell’importanza della conservazione del cordone ombelicale, ma non ci siamo mai soffermati su questa preziosissima fonte di cellule staminali: ad esempio, quanti vasi sanguigni si trovano al suo intern0?
La risposta corretta è 3: due arterie ed una vena ombelicale; tuttavia, può verificarsi il caso di un cordone ombelicale con 2 vasi: che cosa implica questa aplasia?
Una volta tagliato il cordone, i medici in sala controllano sempre il numero dei vasi presenti al suo interno: se difatti dovessero trovare solo un’arteria e una vena ombelicale, potrebbe esistere il rischio di malformazioni nel neonato; da anomalie cardiovascolari a muscoloscheletriche, al sistema nervoso centrale e via dicendo. Tuttavia, l’incidenza concreta di questa patologia è molto bassa.
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Una delle preoccupazioni principali di tutte le neomamme è la cura del moncone ombelicale: come medicarlo? Quando cade? E cosa fare se il cordone non cade? Sono solo alcuni dei dubbi più diffusi. Il processo di “mummificazione” del moncone che culmina con la sua caduta dura generalmente una settimana/dieci giorni; fino a quel momento il compito dei neogenitori sarà quello di tenere pulito il moncone, disinfettandolo adeguatamente con alcool (o altro disinfettante) e avvolgendolo in garzine sterili.
Ma cosa fare se il cordone ombelicale puzza? Che il moncone sia un pochino maleodorante è normale, ma se la puzza è persistente potrebbe essere sintomo di un’infezione: l’onfalite, che è appunto l’infezione dell’ombelico. In tal caso vi consigliamo di portare il vostro piccolo dal medico pediatra che valuterà lo stato del moncone, accertando la reale presenza di un’infezione e se così fosse vi prescriverà come medicarlo.
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Nove mesi passati a prepararsi psicologicamente e fisicamente al parto, fantasticando sul momento in cui stringerai finalmente tra le braccia tuo figlio e poi… Che cosa succede dopo il parto?
Il corpo della neomamma subirà una nuova trasformazione per tornare, per così dire, alla normale amministrazione: questo periodo, che dura fino alla ripresa del ciclo mestruale, è chiamato puerperio e dura all’incirca 6 settimane.
Già nella fase post-parto, si possono avvertire i primi sintomi che qualcosa è cambiato: come morsi uterini, ovvero contrazioni dell’utero che servono a fargli riacquisire la consueta dimensione, lochiazioni, ovvero perdite vaginali con le quali vengono eliminati i residui di placenta, e un certo caos ormonale.
In concomitanza avviene anche la comparsa del colostro e la montata lattea, che vi permetterà di allattare al seno il vostro piccolo. Col passare del tempo, il livello ormonale tenderà a normalizzarsi e si rimargineranno le ferite dovute al parto; si attenueranno per poi sparire anche le lochiazioni ed i morsi uterini, fino ad una completa ripresa dello stato precedente la gravidanza. E se vi è rimasto qualche kilo di troppo… Leggete la nostra guida per tornare in forma dopo il parto.
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Se avete scelto di conservare il cordone ombelicale del vostro bambino, chi di dovere avrà effettuato il prelievo di sangue cordonale e trasportato in tutta sicurezza questo campione presso la Biobanca da voi selezionata. Nei laboratori di questa struttura le cellule staminali di vostro figlio verranno crioconservate, in una sorta di “vita sospesa” fino a data da destinarsi.
Il campione di staminali rappresenta una vera e propria assicurazione sul futuro: ogni genitore spera in cuor suo di non averne poi bisogno, ma come funziona la riconsegna delle cellule staminali in caso servisse urgentemente un trapianto?
I dubbi possono essere molti: dobbiamo andare a prendere noi il campione o ce lo portano? Si pagherà? Etc… Le risposte, molto semplici e professionali: la Biobanca provvederà alla riconsegna del campione ovunque ne abbiate bisogno, senza alcun costo aggiuntivo perché già compreso nel prezzo concordato e versato all’inizio del contratto. Anzi, sarà il Direttore del laboratorio stesso ad accompagnare la riconsegna, anche qui effettuata con trasporto dedicato in totale sicurezza.
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Dopo aver dato uno sguardo alla sezione sulle cellule staminali del nostro blog ed aver letto le malattie che si possono trattare proprio con il trapianto di cellule staminali, si intuisce facilmente perché sempre più coppie optino per la conservazione del cordone ombelicale.
Ma quanto costa conservare il cordone per uso autologo?
I prezzi della conservazione del cordone ombelicale possono variare da struttura a struttura e soprattutto in base alla durata del servizio di crioconservazione: per 10 anni ad esempio può costare poco più di 1.400 euro, mentre conservare il sangue cordonale per 25 anni può costare intorno ai 2.200 euro; prelievo e trasporto del campione sono spesso inclusi nel prezzo.
Una cifra di modesta entità se paragonata al magnifico investimento che si è scelto di fare: un’assicurazione sulla salute della propria famiglia.
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La conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale avviene mediante crioconservazione.
Ma cosa si cela dietro questo termine scientifico? In sostanza, come funziona la conservazione delle staminali?
Per conservare le cellule staminali a lungo termine senza danneggiarle, la crioconservazione si avvale del freddo: e che temperature! Si parla dei -170/-180 gradi centigradi. Attraverso il raggiungimento di questa temperatura – ovviamente in modo graduale – la cellula pian piano rallenta la sua attività fino a sospenderla. Ovviamente, fino a data da destinarsi: qualora si dovesse presentare la necessità di utilizzarle a scopi terapeutici, la banca per la conservazione delle cellule staminali alla quale vi sarete rivolti provvederà mediante il procedimento inverso a “svegliare” la cellula fino a recuperare la sua regolare attività.
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